Bill Frisell – Live a Pescara Jazz

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Bill Frisell è considerato uno dei chitarristi più talentuosi degli ultimi 30 anni. Allievo di Jim Hall, da cui lo stile è stato fortemente influenzato, Frisell ha collaborato a tantissimi progetti con musicisti provenienti dai generi più svariati. Dal jazz al rock per finire all’avanguardia e alle bizzarrie da enciclopedia della musica con i Naked City di John Zorn, Frisell non ha mai detto la parola fine alle sue esplorazioni sonore e compositive, rivisitando classici della musica del ‘900 e proponendo sempre un approccio differente al suo stile chitarristico. Uno stile fatto di armonie decostruite e centellinate fino al minimalismo rumoristico, ai loop nonsense, alle pause studiate per rendere la sua musica estremamente diluita, uno dei suoi marchi di fabbrica a livello compositivo e interpretativo.
Sabato 21 luglio Frisell è stato di scena a Pescara Jazz, presentando uno dei suoi ultimi progetti: When you wish upon a star. Con lui Petra Haden al canto, Thomas Morgan al contrabbasso, Rudy Royston alla batteria. Assente alla serata di Pescara la viola di Eyvind Kang, che al contrario ha partecipato all’album che sugella il progetto omonimo dedicato in massima parte a colonne sonore di film hollywoodiani e non. “Moonriver” (tratto da “Colazione da Tiffany”) è l’apertura del concerto, poi è la volta di Nino Rota e le sue musiche per “Il Padrino”di Francis Ford Coppola, segue l’omaggio ad un altro compositore italiano, ovvero Ennio Morricone de “C’era una volta il West” di Sergio Leone. Musiche tratte da due temi principali di James Bond agente 007 e bis a sorpresa con “Life on Mars” di David Bowie e pubblico assolutamente entusiasta.
Nonostante il suono ridotto all’osso, Frisell si serve di due diversi amplificatori posti rispettivamente dietro di lui e alla sua sinistra. Riconoscibile il suono pulito della sua Fender Telecaster appena tinto di un leggero chorus e probabile anche un accenno di effetto eco (sicuramente il DL4 Line6, tra i suoi effetti preferiti), si concede in un brano l’uso del tremolo. La cosa che più impressiona nel sentirlo suonare è l’assoluta padronanza delle pause e delle armonie sempre in bilico nel corso dei brani, eppure sempre estremamente pulito e privo di sbavature. Un chitarrista che consiglio vivamente di ascoltare in concerto perchè c’è veramente molto da imparare.